VOGLIO PIU' ENERGIA

Chi fa da sè fa per tre. Questo proverbio popolare mi permette di introdurre una situazione di qualche mese fa. Viene da me un'imprenditrice di mezz'età piuttosto stanca. Mi dice che la sua energia è bassa, che ne vuole di più e che è venuta da me per questo. Ci diamo del tu.

Per capire bene com'è messa la sua situazione le faccio alcune domande ed emerge che da sola coordina i suoi dipendenti. Ha, inoltre, un ruolo importante in un'associazione professionale; ruolo che, diversamente dagli altri membri, gestisce in totale autonomia. Inoltre si ritrova con un commercialista che non la segue e, pertanto, deve considerare la sua sostituzione.

Aggiunge che negli ultimi mesi non riesce a pagare gli stipendi per intero. Clienti ce ne sono ma i costi esorbitanti delle bollette dell'energia hanno eroso le risorse. La sua attività è una pasticceria ed il lettore può immaginare quanto quelle bollette possano aver impattato nel bilancio. I dipendenti sono disposti ad aspettare tempi migliori in quanto comprendono la difficoltà del momento ma, nell'attesa, la pressione è alta.

Situazioni come queste sono tipiche di chi, essendo capace, riesce solitamente a gestire molte cose ed i risultati li porta. Il problema nasce quando una situazione anomala cambia drasticamente le regole come è avvenuto nell'ultimo anno e mezzo. Faccio, pertanto, una riformulazione: "a quello che mi hai detto, se ho capito bene, tu stai portando avanti molte cose da sola, in questo momento storico; hai i risultati e questo ti fa onore. Però è molto faticoso. Sei stanca.

Lei mi risponde: Sì, è così.

Aggiungo: Siccome sei stanca, se io ti facessi riavere appieno, in questo momento, l'energia che mi chiedi rischierei di produrre un effetto come quando si mette il motore di un'auto sportiva di grossa cilindrata in un'utilitaria. I primi chilometri sfreccia... ma poi? Lei mi guarda e riconosce Si sfascerebbe.

Questo passaggio è molto importante in quanto le fa sentire la necessità di rallentare e, allo stesso tempo, apre la strada alla possibilità di un'ipotesi per lei nuova. farsi aiutare. Perciò le propongo: Faremo un recupero graduale delle energie e, per questo, ti chiedo di fare un esercizio: per il prossimo appuntamento mi porti 5 modi per farti dare una mano da qualcuno. Da chi e per che cosa lo decidi tu.

Questo esercizio usa la stessa logica che l'ha portata al suo limite (decido io cosa fare) ma la riorienta nella direzione opposta e, cioè, dal cosa posso fare io per me al cosa possono fare gli altri per me. Oltre che ad avere un risvolto pratico utile, passare da una modalità di pensiero all'altra costituisce un cambio di prospettiva che, per il fatto stesso di adottarlo, allenta la tensione.

Nel secondo appuntamento torna con l'esercizio fatto; ha trovato i 5 modi ed è decisamente più rilassata.  Li mettiamo in ordine da quello più semplice da realizzare a quello più impegnativo che risulta essere trovare un altro commercialista. Le chiedo di realizzarli, per quando vorrà fissare l'appuntamento successivo, dal più semplice al più complesso. In questo modo ogni piccola conquista le porta una ricarica di energia per la conquista successiva e così via.

La rivedo una ventina di giorni dopo in un altro contesto e mi dice di aver fatto tutto; di aver anche trovato il nuovo commercialista. L'energia è tornata ed il terzo appuntamento non è servito. In questo, come in altri casi simili, per venirne a capo è sufficiente fare piccole cose. Come ci ricorda, a questo proposito, John Steinbeck Le piccole cose sono quelle che portano grandi risultati.


Simone Battistutta


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